E’ una bella domanda: se realmente le donne fossero pagate meno facendo il medesimo lavoro (addirittura il 20-30% in meno, secondo molte fonti femministe), perché mai le aziende dovrebbero assumere uomini?
Assumendo solo donne potrebbero ottenere la stessa produzione spendendo il 20-30% in meno! Tutte le aziende (che - ricordiamo - funzionano secondo il principio di massimizzare i profitti) assumerebbero solo donne!
Ora, come mai questo non accade? Per una ragione molto semplice: il cosiddetto “gender pay gap” (ovvero la differenza di remunerazione in base al genere) non esiste (almeno in Occidente). E’ parte della molta disinformazione che il femminismo (o parte di esso) continua a fare.
Il “pay gap” che il femminismo sbandiera è frutto di una grossolazione distorsione statistica (così grossolana che è difficile credere sia involontaria): paragona la remunerazione generale di tutti gli uomini e le donne indistintamente, senza considerare parametri fondamentali come la quantità di ore lavorate o il tipo di professione. Come se paragonassimo quello che guadagnano un calciatore e una segretaria, oppure una modella e un operaio, concludendo che è una discriminazione. NO, è che sono lavori completamente diversi che non ha senso paragonare direttamente. In pratica, è come confrontare le mele con le pere.
Se si considerano i vari parametri, si scopre che uomini e donne (in Occidente), per lo stesso tipo di lavoro e lo stesso numero di ore, vengono pagati uguale (la differenza, quando presente, è di pochissimi punti percentuali). Il “pay gap” è quindi essenzialmente una bugia che viene ripetuta perché utile come propaganda; di seguito alcune autorevoli fonti che ne spiegano l’infondatezza:
- Forbes: “Lies, Damned Lies And Statistics: Gender Pay Gap Edition”
- Slate: “The Gender Wage Gap Lie”
- Time: “6 Feminist Myths That Will Not Die”
- Vice: “Le donne guadagnano meno degli uomini, ma non nel senso che crediamo”
In realtà, il motivo reale per cui le donne - mediamente - guadagnano meno degli uomini, è perché le donne - sempre mediamente - lavorano meno ore, scelgono professioni pagate meno, e fanno scelte personali che diminuiscono la loro produttività (come quella di lavorare part-time o mettere la famiglia al primo posto rispetto alla carriera).
Quindi quello di cui si sente tanto parlare non è realmente un "gender pay gap" (differenza di stipendio), bensì un "gender earning gap" (differenza di reddito) - che è cosa ben diversa. E' chiaro però che se il femminismo dicesse le cose come stanno non solleverebbe altrettanto clamore, per cui continua a mentire (sapendo di mentire).